Festival economia: Unificare le lotte

vitalizi1Credo opportuno avviare una riflessione sulle iniziative messe in campo durante il festival dell’economia per permettere la costruzione di un percorso nuovo e capace di unificare i vari movimenti che, con modalità diverse, hanno cercato di proporre una politica alternativa a quella del governo Renzi ma anche alla gestione del festival che da 10 anni non sa andare oltre ricette palliative rispetto ai gravi rischi che questa economia finanziarizzata e globalizzata ci sta facendo correre.
Per questo mi sembra assurdo che una frattura, sicuramente non cercata ma reale, fra quanti hanno scelto la piazza per contestare sul posto (venerdì Boeri e sabato Renzi) le politiche neo liberiste e chi ha scelto la strada di organizzare un momento di discussione ed approfondimento “dell’altra economia” come nel caso di quanto avvenuto con OltrEconomiaFestival (oef) al parco santa Chiara.
Penso che nel deserto della sinistra e dell’opposizione sempre più marginalizzata gli spazi di azione comune siano enormi e quindi sarebbe incomprensibile continuare sulla strada delle iniziative di parte senza cercare di valorizzare i momenti che unificano le lotte e le variegate mobilitazioni presenti sul territorio.
Ritengo grave che davanti ad una situazione sempre più preoccupante dal punto di vista sociale (è in arrivo una nuova ondata di privatizzazione dei beni comuni e dei servizi sociali), della democrazia (messa fortemente in discussione dall’Italicum e dall’Europa finanziaria) e del mercato del lavoro attraverso i trattati europei (Ttip, e Tisa) – dei quali il jobs act è solo la prima avvisaglia dello tsunami che si sta abbattendo sul mondo del lavoro – i vari movimenti non riescano a trovare un terreno comune di iniziativa.
Oggi la Grecia si oppone con forza alle richiesta della troika (oggi chiamata IFKAT) di tagliare (la chiamano riforma) le pensioni, in Italia i vari governi con la complicità dei sindacati confederali stanno applicando con forme inedite – come nel caso della “mia pensione” – queste riforme imposte dall’Europa.
Non è un caso che Boeri la venda come un’operazione trasparenza, mentre nei fatti è un grande passo verso lo svuotamento del ruolo sociale dell’Inps (sua privatizzazione) oltre che una grande operazione propagandistica a favore della privatizzazione del sistema pensionistico e dell’intero stato sociale.
Penso che la strada per unificazione delle lotte presenti sul territorio non sia poi così impervia come oggi può apparire in quanto (lavoro, stato sociale, ambiente, sanità scuola, trasporti, ecc) sono temi che vedono importanti movimenti presenti sul territorio ed è compito di ognuno di noi ricercare il filo di una possibile iniziativa comune.
Per questo penso che quanti – durante il festival arancione – sono scesi in piazza contro le politiche del governo Renzi, contro la riforma della Costituzione, la riforma del Jobs act, della buona scuola, il ruolo della BCE, della troika, contro lo Sblocca/Italia, per una nuova politica della casa e dell’abitare (abolizione legge lupi) sono un valore aggiunto per tutti in quanto costituiscono un pezzo fondamentale di quel capitale umano e politico del quale bisogna tenere conto se si vuole costruire, con umiltà e serietà, una alternativa a tutto tondo alle politiche del PD, ai diktat della trojka ed in opposizione ad ogni suggestione populista e reazionaria.
Come sindacato di base resto convinto che ricostruire una rappresentanza che provi ad interpretare ed interagire con le multiforme espressioni del disagio sociale e della sofferenza di decine di migliaia di donne ed uomini deve essere ed è il nostro impegno e spero sia anche l’impegno di tutti.
Ezio Casagranda

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2 commenti

  • Gianfranco Poliandri

    Io non ho sentito come frattura reale – in ogni caso non intenzionale – la scelta di partecipare a una di due iniziative ugualmente capaci di rappresentare antagonismo e che sono state contemporanee perché non si è potuto organizzarle diversamente.
    Se è vero che questa sovrapposizione non è stata voluta, come credo, è solo il caso di dispiacersene, come in tante occasioni prima di questa.
    Abbiamo già una quantità di conflitti e di divisioni molto pesanti, proverei se possibile a smussare quelli meno gravi.

  • antonio

    Ma…….Da tempo sono scettico sulla validità di rincorrere l’avversario nei suoi spostamenti spettacolari, nonostante non riesca a convincermi dell’alternativa di lasciar fare (agli altri)o di dissentire o di stare a guardare: troppo forte è ancora il desiderio di urlare la mia rabbia e il mio disgusto. E’evidente però a tutti la fragilità e l’inconcludezza di queste manifestazioni (contro Renzi e Boeri). Diverso è il peso politico e sociale dell’altro festival al quale ho in parte partecipato e al quale va il mio più alto riconoscimento per la variabilità dei temi affrontati e per l’impegno delle decine e decine di compagne e compagni che generosamente si sono prodigati.
    Ezio chiama all’appello e alla condivisione…sono daccordo con Gianfranco sulle difficoltà: cercare di trovare comuni obbiettivi senza, (alla De Andrè) “disperdere il seme” (della speranza dell’unità di intenti).

    antonio

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