Diritto di sciopero, vaucher e la sinistra antioperaia

In questi ultimi giorni, il giornale Repubblica ed il ministro del PD, Delrio hanno avviato una campagna vergognosa contro il diritto di sciopero con affermazioni che rasentano il ridicolo quando si sostiene che una minoranza non può paralizzare i trasporti di una città o un’azienda come Alitalia.
Se lo sciopero blocca la città e lascia a terra una compagnia aerea significa che ha scioperato la maggioranza dei lavoratori, non una minoranza.
Davanti a questo ennesimo attacco al diritto di sciopero vale la pena chiedersi quali obbiettivi si nascondono sotto questo ennesimo attacco al diritto di sciopero.
Lo sciopero è un diritto individuale che si esercita collettivamente e quindi la titolarità dello sciopero spetta quindi ai sindacati, maggioritari o meno che siano, bensì ai lavoratori.
Quindi l’obbiettivo del ministro è duplice:
Quello di trasferire l’esercizio del diritto di sciopero dai lavoratori ai sindacati confederali. Una logica assurda in quanto sarebbe come trasferire il diritto di voto dai cittadini ai partiti;
L’attacco al sindacalismo di base per rilanciare il monopolio di Cgil Cisl e Uil oggi fortemente in carenza di rappresentanza reale del mondo del lavoro.
L’attacco Delrio/repubblica è un attacco alla Costituzione che si concretizza nell’attacco al diritto di sciopero e per questo a loro non interessa se dei lavoratori scioperano – rinunciando ad una giornata del loro misero salario – per contrastare politiche fallimentari come quelle dei capitani coraggiosi, il nuovo piano Alitalia fatto di licenziamenti e di tagli ai salari dei lavoratori, contro le privatizzazioni o la svendita dei settori strategici, o contro i tagli ai servizi pubblici, dalla sanità ai trasporti, fatti dal governo in applicazione dei dettati provenienti dalla troika, o per garantire la qualità, la sicurezza e la fruibilità dei servizi offerti ai cittadini.
A loro interessa solo colpire i diritti dei lavoratori e in questo compito il PD è sempre in prima fila.
Una campagna ber orchestrata se a dare manforte a questa sinistra antioperaia arriva anche il presidente della cosiddetta Commissione di Garanzia che anziché fare da “garante” alle regole del diritto di sciopero, già fortemente limitato dalla legge 149, si scaglia contro le “troppe sigle sindacali” portando così un assist a Delrio nel suo lavoro di attacco al diritto di sciopero e la libertà di associazione sindacale garantire dalla Costituzione.
Quella costituzione che è stata confermata dal 60% degli italiani lo scorso 4 dicembre.
Purtroppo come dimostra il referendum sull’acqua i governi italiani – a prescindere dal loro colore politico – se ne fregano dei voto degli elettori e continuano a svolgere il ruolo di sicari del ministro tedesco Schauble e degli interessi della Jp Morgan.
Infatti non è casuale che Repubblica si scagli contro questi lavoratori che scioperano contro le privatizzazioni dei servizi pubblici imposte dall’Europa come se difendere i servizi pubblici o chiedere la nazionalizzazione dell’Ilva fosse un reato “giustificando” così Delrio che a gran voce chiede nuove restrizioni per il diritto di sciopero.
Stranamente mentre la politica litiga su tutto trova una sua unità quanto si tratta di colpire i lavoratori e difendere le imprese. Si è visto in questi giorni contro il diritto di sciopero ma anche nella vicenda dei nuovi vaucher e questo deve farci riflettere sul fatto che oggi i diritti – dal lavoro allo sciopero – sono sotto attacco e che solo il loro esercizio ne può garantire la sopravvivenza.
Bisogna rilanciare la lotta per sconfiggere quelle posizioni sindacali che ormai, in nome della concertazione e delle compatibilità, accettano tutto quello che i padroni e governo stanno imponendo ai lavoratori con le nuove riforme e con la privatizzazione di uno stato sociale che dovrebbe rimanere pubblico, essere efficiente e gratuito..
Per questo rilanciare il sindacalismo di base, rafforzare USB, sono le priorità di oggi e l’unica strada per contrastare il processo di schiavizzandone del lavoro e la distruzione della Costituzione materiale del nostro paese.
USB Trentuno, Ezio Casagranda

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