Dellai, una furia contro il governo

Così oggi titola il giornale l’Adige per descrive la contrarietà di Dellai alla manovra del governo. Dal titolo mi sono detto: vedi che mi sono sbagliato ed il nostro presidente è contrario ad una manovra tutta lacrime e sangue ?

Ma la mia illusione è durata poco. Infatti la contrarietà del Presidente riguarda solo il mancato via libera alla costituzione di una società in house a capitale pubblico a cui affidare la gestione dell’Autostrada del Brennero.
A Dellai, non interessa che questa manovra introduce la libertà di licenziamento e quindi i lavoratori saranno più ricattati e più precari, se i tagli allo stato sociale e l’aumento dell’IVA andranno a falcidiare i salari e le pensioni dei suoi cittadini, a lui interessa solo il tesoretto dell’A22. In fondo l’aumento dell’Iva, se è una iattura per i redditi dei cittadini, no lo è per le casse della Provincia che vedrà aumentare le entrate fiscali.
No, Dellai si “incazza” solo perché questo governo si è appropriato dei soldi di una delle “magnadore”. Allora si infuria e “il suo attacco alla manovra diventa frontale e con i crismi dell’ufficialità” come scrive il giornale l’Adige.
A lui non interessa se i cittadini vengono tartassati e “taglieggiati” dal governo Berlusconi il suo vero interesse è che non venga intaccato il sistema delle grandi opere come la TAV, Metroland e l’A22 che funge da “forziere” dell’intera operazione su cui puntano i poteri forti dell’economia locale e nazionale.
Il tutto alla faccia di quanti continuano a credere che il Trentino sia diverso e che l’autonomia sia usata per costruire una società migliore e meno succube ai potenti di turno.
Infatti, anche in Trentino le grandi opere, come L’Alta Velocità ferroviaria, sono solo strumenti che drenando risorse pubbliche stanno impoverendo la popolazione al solo scopo di arricchire società costruttici appartenenti ai soliti noti.
In particolare l’Alta Velocità Verona-Monaco è l’opera più inutile, costosa e sconvolgente che sia mai stata pensata per il Trentino Alto-Adige e non è sufficiente chiamarle “corridoio verde” per cancellarne i suoi tratti più devastanti sia dal punto di vista dell’ambiente (180 Km di galleria) che della vivibilità (40 anni di cantieri) della popolazione trentina.

Ezio Casagranda

8 settembre 2011

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