Da base militare a parco della pace


Ormai è ufficiale la base militare di Mattarello non si fa più e noi che abbiamo lottato contro la sua realizzazione non possiamo che gioirne.

Ufficialmente è la mancanza di risorse ma politicamente si tratta di una vittoria importante per i comitati ed i movimenti che si erano opposti alla costruzione di uno strumento di guerra come è una base militare.
Ricordiamo che per aver contrastato la sua costruzione oltre 30 cittadini sono stati denunciati e il procedimento penale, nonostante una prima assoluzione, non è ancora terminato.
Giustamente oggi siamo a chiedere conto alla politica delle sue scelte che allora,nel giugno 2008, incurante delle proteste e delle migliaia di firme raccolte, aveva deciso di procedere a tambur battente usando anche la forza per sgomberare il terreno e consentire l’ingresso delle ruspe.
La scelta della giunta provinciale è stata prima di tutto una scelta di sudditanza nei confronti dei poteri militari nazionali che inutilmente Dellai e Pacher hanno tentato di nascondere spacciandola per un’operazione immobiliare a costo zero.
Invece oggi i costi elevati sostenuti vengono scaricati, nel silenzio dei vari moralizzatori, sulle spalle dei cittadini a partire dai costi dell’esproprio dei terreni (costo 28 milioni nel 2005) senza contare i costi dell’acquisto degli alloggi per i militari.
Alla luce di questa scelta ci permettiamo di chiedere chiarezza e trasparenza (tanto promessa da consiglieri uscenti in questa campagna elettorale) e quindi chiediamo di conoscere le delibere e gli accordi che allora vennero segretati al fine di tenere i cittadini all’oscure di quanto e cosa sarebbe stato realizzato in quell’area..
Purtroppo è già partita la gara a decidere di come, i poteri forti, vogliono continuare a speculare su quel terreno.
Noi proponiamo invece che quelle aree siano adibito a parco pubblico a tema (es. la pace) ed a terreno di coltivazione – orto biologico – da dare in comodato d’uso gratuito ad associazioni di giovani, di pensionati o alle famiglie del luogo.
Quel terreno che una giunta miope e subalterna alle politiche nazionali ( a proposito di autonomia!!) aveva destinato (unica in Italia) alla costruzione di una base militare, oggi deve essere utilizzato per scopi sociali, per ricordare la lotta perchè il Trentino rimanga un territorio non denuclearizzato, contrario ad ogni tipo di guerra e luogo di costruzione di pace.
Noi ci auguriamo che dopo la cancellazione della base militare il nuovo governo cancelli anche l’acquisto degli F-35 e che usi invece quelle risorse per migliorare lo stato sociale, per gli investimenti e per l’occupazione.
Egualmente chiediamo che la PAT usi le risorse messe a bilancio per la costruzione della base militare (178 milioni di euro) per rilanciare il progettatone (fortemente ridimensionato dalla spendig review), costruire opportunità di lavoro per i giovani, gli esodati e quanti oggi perdono il lavoro.

Ezio Casagranda – candidato presidente lista di Rifondazione Comunista
Marco Tessadri – candidato lista Rifondazione Comunista

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Un commento

  • Gioisco con compagne e compagni che hanno saputo opporsi al criminale e terroristico tentativo di porre le “basi” per una guerra alle porte di Trento. Eravamo consapevoli che la lotta non sarebbe stata facile e che l’impiego dei nostri corpi sarebbe stato necessario per impedire quello che consideravamo uno scempio di territorio, oltre che un pericolo per la nostra libertà.Avevamo ragione. I nostri sforzi generosi non hanno avuto ripensamenti. Nonostante le difficoltà E TANTE VOLTE LE INCOMPRENSIONI, SIAMO STATI CAPACI DI RESISTERE E PORTARE FINO IN FONDO LA LOTTA. Ci abbiamo creduto. Per questo va il mio grazie a tutti quelli che CORAGGIOSAMENTE hanno messo a disposizione di un mondo migliore i loro corpi e la loro faccia.
    Adelante
    antonio marchi

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