Condannata Unifarm

unifarm1Condannata l’UNIFARM SPA, il colosso trentino distributore dei farmaci, la cui proprietà è nelle mani dei farmacisti del Trentino Alto Adige e di parte delle province venete di Belluno, Vicenza e Verona.

Il tribunale di Trento sezione lavoro, con sentenza parziale n. 463/2013 del 10 giugno 2014 a firma del dottor Giorgio FLAIM, ha accertato il diritto di undici lavoratori e lavoratrici con la qualifica di operaio, appartenenti al 5° livello economico, di vedersi riconosciuto il superiore 4° livello a decorrere dal diciannovesimo mese di assunzione in servizio.
Il prossimo 24 giugno 2014 il consulente tecnico del Tribunale, su ordine del giudice, inizierà i lavori peritali per stabilire le differenze economiche spettanti ad ogni singolo dipendente, per effetto della decisione del magistrato trentino. Differenze che poi l’UNIFARM SPA dovrà liquidare al proprio personale promosso per via giudiziale, comprensive d’interessi, di rivalutazione monetaria e di maggiori contributi da versarsi in loro favore all’INPS. Si tratta di circa 100 euro mensili di differenza pro capite per 14 mensilità, per il premio di risultato, per l’accantonamento del TFR ed ogni altra voce economica correlata.
La soluzione sindacale sarebbe stata possibile, senza dover ricorrere al giudice del lavoro, peraltro impegnatosi, durante il processo iniziato lo scorso ottobre 2013, a favorire la transazione.
L’intransigenza della direzione aziendale ha fatto naufragare ogni conciliazione stragiudiziale, vista la pretesa di non voler riconoscere la promozione dal 19.mo mese successivo all’assunzione di ciascun operaio ricorrente e di voler versare somme molto ridotte rispetto al dovuto. Ma la chiusura è stata soprattutto politica e sindacale, laddove UNIFARM SPA ha inteso porre ostacoli alla vertenza promossa dagli undici lavoratori e lavoratrici per il tramite del Sindacato di Base Multicategoriale (SBM), a cui sono tutti/e iscritti/e.
Basti solo pensare che la vertenza era partita per 14 operai, ma “stranamente” tre di loro si sono “persi” per strada, ritirandosi dalla controversia e disdettando la tessera sindacale, dopo alcuni “interventi” dell’amministrazione aziendale coadiuvati da sindacalisti della triade confederale.
E’ noto che UNIFARM SPA mal digerisce la presenza dei sindacati di base al proprio interno, dopo la catastrofica sconfitta referendaria all’ultimo rinnovo del Contratto Collettivo Aziendale di Lavoro (firmato da CISL – UIL e 4/5 della RSU, con astensione della CGIL e 1/5 della rappresentanza interna), che ha visto il rifiuto delle maestranze pari al 75% ed un misero consenso ai confederali del 25%.
Per questo la direzione aziendale continua a negare i diritti sindacali al proprio personale iscritto a SBM, consentendo loro di esercitarli solo per il tramite di CGIL-CISL-UIL. Dunque, assemblee sindacali organizzate da SBM, propaganda a firma di SBM, rappresentanze democraticamente elette che aderiscono a SBM, godimento dei permessi sindacali avanzati per il tramite di SBM sono COMPLETAMENTE IGNORATI, arrivando in un caso a ricorrere alla sanzione disciplinare per una rappresentante interna del Sindacato di Base Multicategoriale che aveva chiesto per tempo un’assenza giustificata per impegni sindacali, così come stabilito dallo Statuto dei Lavoratori.
Questa sentenza fa giustizia e riporta la direzione aziendale con i piedi per terra. L’avvisa che i tempi in cui poteva fare qualsiasi cosa sono finiti.
Prossimo passo, dopo l’incasso degli arretrati, sarà la conquista dei diritti sindacali all’interno degli stabilimenti UNIFARM SPA, a cominciare da quello di Ravina.
Sindacato di Base Multicategoriale – Trento

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