CETA: vince l’impegno dei cittadini

ttip-ceta-stopOggi sul giornale L’Adige è apparso un articolo a firma di Herbet Dorfmann che parlando del fallito (per nostra fortuna) accordo CETA (Accordo commerciale fra Canada ed Europa) se la prende con il “disinteresse” dei cittadini e con il parlamento de “La Vallonia” in Belgio che lo ha bocciato impedendo quindi la sua approvazione da parte della Commissione Europea..
Prima di entrare nel merito delle sue affermazioni preme ricordare al signor Dorfmann che la trattativa è stata, dalla commissione europea, volutamente tenuta segreta alla popolazione e che solo grazie alle mobilitazioni dei cittadini, nel silenzio della stampa di regime, ha obbligato questi tecnocrati a portare alla luce le loro trattative segrete.
Quello di Dorfmann è quindi il classico tentativo di scaricare sulle vittime le responsabilità dei carnefici della democrazia europea i quali, dopo l’afflosciamento del negoziato sul TTIP, hanno tentato di forzare la realtà con l’approvazione del CETA .
Dorfmann arriva a chiedere interventi per impedire che il pronunciamento di un parlamento sovrano come La Vallonia che ha osato bocciare CETA possa fermare quanto i burocrati, non eletti da nessuno, avrebbero concordato sulla pelle, o meglio sulla salute dei cittadini europei.
Per questo le affermazioni di Dorfmann appaiono arrogati e sono mistificatorie quando sostiene che il Ceta porterebbe sviluppo ed occupazione per l’Europa.
La Campagna Stop TTIP Italia ha pubblicato il nuovo e scottante rapporto “Butta quella pasta! Perché il CETA va fermato subito” dove si affrontano con numeri e dati l’impatto rovinoso che il maggior ingresso di grano e di pasta canadesi avrebbero sui produttori italiani, sulla protezione delle nostre paste e dolci di eccellenza e sulla tutela della nostra salute che verrebbe minacciata da prodotti con più pesticidi, tossine e ogm.
Non solo ma per chi ha seguito le mobilitazioni e le argomentazioni contro il TTIP e contro il CETA sa benissimo che la scelta della Vallonia è tutt’altro che nazionalistica e autarchica, ha ribadito come per alcuni capitoli estremamente delicati e rischiosi come quello dell’arbitrato per le imprese, dello sviluppo sostenibile, l’innalzamento degli standard di qualità, non ci siano le tutele necessarie.
Quello che è emerso con il caso della regione belga è ciò che le campagne Stop TTIP/CETA stanno sostenendo da oltre due anni, ma che la Commissione Europea ha pensato bene di ignorare nel tentativo di imporre una ulteriore accelerazione ad una politica di liberalizzazione commerciale e dei servizi (TiSA) non più accettabile.
Questi accordi vanno bloccati e respinti per porre al centro politiche agricole e commerciali rispettose dei territori, dell’occupazione e della salute dei cittadini.
Altro che sviluppo ed occupazione, come la globalizzazione questi accordi portano disoccupazione, nuove povertà e pericoli per la salute oltre che rappresentare la base per ogni privatizzazione.
Noi siamo dalla parte di quei cittadini che vogliono combattere il modello sociale che dietro la dicitura del “libero scambio” nascondono il dominio delle multinazionali sul nostro futuro e sulla nostra salute.
Per questo ritengo che il fallimento del CETA come quella del TTIP è una vittoria della mobilitazione dei cittadini europei e della democrazia sulla tecnocrazia rappresentata dal signor Dorfmann.
Ezio Casagranda

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