Boeri, Pacher e lavoro femminile
Pensieri a ruota libera su alcune notizie riportate dalla stampa locale.
Oggi Boeri – presidente Inps – intervistato dai giornali locali si è prodigato con dei numeri per esaltare gli effetti benefici del jobs act nel vano tentativo di nascondere i dati reali e cioè che, passato l’incentivo della legge di stabilità 2016, cala il numero (-32,9%) dei contratti a tempo indeterminato, mentre aumentano a oltre 96 milioni il numero dei voucher destinati al pagamento del cosiddetto lavoro accessorio, che poi di accessorio ha veramente poco ed è diventato lo strumento per mascherare il lavoro nero e sottopagato.
Non solo ma dati ci dicono che grazie al jobs act voluto da Renzi e dal PD crescono a dismisura i licenziamenti per giusta causa o per giustificato motivo soggettivo. Insomma al di là della narrazione del bocconiano Boeri la situazione in materia di lavoro peggiora ogni giorno, meno lavoro, meno diritti, meno salario.
Questo è il frutto del lavoro sporco fatto dai “camerieri al governo” in nome e per conto dell’Europa delle banche.
Non solo ma oggi un giornale locale riportava una notizia riguardante il lavoro femminile che ancora una volta deve fare i conti con una realtà ben diversa da quella che viene propagandata. In Trentino, ogni anno oltre 300 donne devono lasciare il lavoro perché i servizi sociale non funzionano e quindi il tempo per accudire la famiglia continua ad essere incompatibile con il tempo di un lavoro regolare. Per loro solo piccoli lavori, lavoro nero e voucher.
Ma non c’è da preoccuparsi questa tragica realtà sarà presto dimenticata e i mass media continueranno a presentarci una realtà teorica diversa da quella che le donne sono costrette a subire in nome della spending review, del profitto e delle politiche europee.
Infine abbiamo letto la perla dell’intervista all’ex sindaco di Trento Pacher il quale sostiene che la riforma Costituzionale è pasticciata ma che comunque voterà si.
Vorrei ricordare a Pacher che la riforma Costituzionale non è una legge finanziaria o qualche leggina ad personam ma la legge fondamentale dello stato e le fondamenta su cui si fondano i rapporti sociali del paese e le basi politiche del vivere quotidiano.
Quindi non possiamo permetterci una riforma costituzionale pasticciata perché è come ammettere che le fondamenta della casa sono fatte di sabbia ma poi la votiamo come casa antisismica.
Un pasticcio, caro Pacher che a causa del combinato disposto con l’italicum trasformerà la nostra democrazia (che sicuramente ha qualche difetto) in un regime dell’uomo solo al comando o sarebbe meglio dire, visti i risultati della crisi, un uomo solo al servizio degli interessi della finanza internazionale.
Un imbroglio politico che deve, non solo essere denunciato pubblicamente ma sventato con un grande NO il 4 dicembre prossimo.
Ezio Casagranda