Alternanza scuola lavoro: Un micidiale inganno

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Scuola-lavoro o nuova forma di sfruttamento ?

L’”incoraggiamneto” del consiglio direttivo della Banca Centrale Europea, nella famigerata lettera dell’agosto del 2011 al governo italiano, di prendere “immediatamente” misure di revisione delle pubbliche amministrazioni atte a “assecondare le esigenze delle imprese”, è il principio ispiratore di ogni atto dei governi che si sono succeduti da allora alla guida della repubblica senza alcun nesso con mandati elettorali, di supposta partecipazione democratica. In una progressione di “determinazione inflessibile”, com’è stato loro richiesto, hanno proceduto allo smantellamento delle conquiste popolari di mezzo secolo di lotte dei lavoratori.
Uno dei capitoli più pericolosi e dagli effetti devastanti ancora da misurare in tutta la loro portata è senza dubbio la Legge n. 107 del 13 luglio 2015 (in provincia di Trento L.P. n. 10 del 20 giugno 2016) tradotta nella neolingua del grande fratello eurorenziano: “la buona scuola”. Un fiume di parole che coprono l’inganno come metodo di comando, la verità è divenuta un prodotto prima e una merce poi.
La parte relativa all’”alternanza scuola lavoro” è senza dubbio la più lineare conseguenza dell’imperio della BCE. L’impresa diviene protagonista del percorso scolastico, la funzione formativa delle discipline viene subordinata alla mistica dell’impresa, la dignità della persona e l’autonomia del lavoratore come soggetto sociale protagonista di diritto scompaiono. Ad esempio, nei gli ultimi 3 anni degli Istituti Tecnici sono previste dai piani di studio 119 ore di insegnamento della lingua e letterartura italiana e 89 di matematica per ogni anno. Negli stessi Istituti debbono essere inserite nello stesso triennio “almeno 400 ore” (200 nei licei)di alternanza scuola lavoro con propedeutico corso di formazione “in materia di tutela della salute e della sicurezza”.
L’organizzazione della didattica viene interrotta periodicamente o sospesa per lunghi periodi. Lo studio, le esercitazioni, gli approfondimenti scompaiono dal panorama della scuola potenziata. Le scadenze valutative subiscono costanti stravolgimenti, il recupero dei debiti e la stessa preparazione agli esami di stato diventa difficoltosa per insegnanti e studenti.
La professione docente è umiliata in compiti di accompagnamento e vigilanza, deprivata di potestà dall’intusione costante di figure estranee, dall’immissione a getto continuo di contenuti spuri dove la superficialità della comunicazione si fa per forza di cose regola. Si tratta di una concezione dell’insegnamento trasmissivo omologato al modello di comunicazione banalizzata e preconfezionata del sistema mediatico. Una fiera, un baraccone per illusionisti. Per togliere la capacità di formare soggetti autonomi, pensanti e strutturati con un sapere di spessore, abituati all’approfondimento, a non subire acriticamente messaggi superficiali costruiti su suggestioni provvisorie che reggono il tempo di un test.
Ma non basta. La ministra tutta immersa nell’inganno del “potenziamento … di comportamenti ispirati a uno stile di vita sano, con particolare riferimento all’alimentazione” (lettera g) del comma 7 dell’unico articolo della L. 107, ripreso identico dall’art. 2 della ciata L.P.) ha sottoscritto, fra gli altri, un protocollo di intesa con la multinazionale, dovremo dire orwellianamente, della sana o buona alimentazione, McDonald’s, in piena coerenza con la funzione di questo governo che subordina la repubblica alla BCE e, a monte, alle multinazionali, in anticipo sul Transatlantic Trade and Investment Partnership, andando dritti alla fonte del nuovo diritto universale. La nostra benefattrice mette a disposizione 10 000 percorsi assistiti, dalle aule alla ristorazione, in tutti i locali della repubblica. Ma già nella Legge di bilancio per il 2017 è previsto un generoso esonero contributivo per le assunzioni a seguito dei percorsi di alternanza.
Insomma pubblicità massiccia a carico dello stato in tutte le scuole d’Italia, opportunità di selezionare il personale e beneficio contributivo finale. Lavoro gratuito non riconosciuto economicamente e neppure giuridicamente, ma sentiteli: “L’attività in alternanza scuola – lavoro per l’apprendimento in una situazione lavorativa non costituisce rapporto individuale di lavoro”. Ci hanno preso proprio per deficienti.
I percorsi di alternanza scuola lavoro così come l’intera buona scuola del regime renziano sono pieni di sorprese e, contrariamente alle organizzazioni sindacali di regime, riteniamo che non possano essere migliorati. Su tutt’altre basi va pensata la funzione della scuola e il suo rapporto con il lavoro.
USB Scuola Trentino

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