Acqua: No alla gestione in house

Il sindaco di Rovereto ed i sindaci lagarini, piuttosto di lamentarsi di poltrone, dovrebbero pensare a garantire un vero controllo pubblico del servizio idrico integrato e del ciclo dei rifiuti.
Se da un lato è giusto che i cittadini della Vallagarina non paghino parte dei trentasette milioni di euro quale presunto valore delle reti idriche di Trento, altrettanto è vero che il ragionamento degli amministratori lagarini, Miorandi in primis, parte da un presupposto sbagliato.
Dovrebbero spiegare innanzitutto perché solo ora, dopo ormai due anni dal referendum, si cominci a verificare se si può optare per la pratica dell’esproprio. E’ eufemisticamente sorprendente che un debitore – in questo caso il Comune di Trento – insista e addirittura solleciti se stesso a pagare prima possibile il tributo per l’acquisizione delle reti idriche a Dolomiti Energia senza aver valutato il valore del proprio debito.
Ma gli amministratori lagarini fino ad ora dov’erano?
Di cosa avevano e hanno paura Andreatta e Miorandi?
Di scoprire che il valore delle reti è inferiore a trentasette milioni di euro?
Che una decisa presa di posizione per l’esproprio delle reti senza alcun indennizzo realizzerebbe la volontà dei cittadini a danno di chi finora ha lucrato su acqua, rifiuti, gas e soprattutto energia idroelettrica?
Che una società di capitali anche se pubblica rimane sempre una società che deve fare utili e che quindi non ha intenzione di abbassare il costo del servizio?
Chi paga le tariffe ha capito da un pezzo che il controllo effettivo di un servizio non si basa sulla proprietà formale di azioni o quote ma va ben al di là: infatti la presenza della pubblica amministrazione in Dolomiti Energia ha garantito la realizzazione di utili ai privati, che inoltre non si sono limitati ad incassare profitti ma che hanno dettato e dettano le regole del gioco ai loro mandatari in giunta.
L’unica soluzione che gli amministratori lagarini devono appoggiare per difendere l’interesse collettivo – lagarino e non solo – è quella di spingere Andreatta all’esproprio delle reti idriche senza alcun indennizzo, al quale va aggiunto l’esproprio immediato della gestione delle risorse idroelettriche.
Mirko Sighel – PRC Rovereto

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