Abolire l’ordine che vuole fermare la satira.

Oggi, ho letto e riletto le dichiarazioni di Fabrizio Franchi, presidente dell’Ordine dei giornalisti del Trentino Alto Adige con le quali spiegava la decisione dell’ordine di aver inflitto a Cristiana Chiarani la sanzione disciplinare (definita lieve) dell’avvertimento per il suo twitter su Berlusconi e devo dire, che il suo argomentare mi ha ulteriormente convinto del ruolo “politico” dell’ordine dei giornalisti.
“Per censura si intende il controllo della comunicazione o di altre forme di libertà (di espressione,… parola) da parte di un’autorità. Nella maggior parte dei casi si intende che tale controllo sia applicato nell’ambito della comunicazione pubblica,……ma si può anche riferire al controllo dell’espressione dei singoli.” (Wikipedia).
Censurare un comportamento significa proprio questo erogare una sanzione disciplinare in seguito ad un comportamento di una persona come nel caso di Cristiana e quindi non posso che concordare con quanto sostenuto dall’avvocato Canestrini all’uscita dall’audienza di ieri: “le libertà di stampa, parola, o satira sancite dalla Costituzione possono essere annullate nel chiuso di questa stanza” dove opera un organismo politico e non giuridico le cui “sentenze” non possono che essere politiche.
Per questo l’eventuale ricorso al Tar appare non solo legittimo ma necessario per cancellare una sentenza dal sapore politico e che parla una linguaggio pericoloso.
Che sia una “scelta politica” viene confermata dalle gravi affermazioni che il presidente Franchi ha pronunciato nei confronti del sit.in organizzato in solidarietà di Cristiana e contro ogni forma di censura (politica, amministrativa, governativa o dall’ordine).
L’irritazione del presidente Franchi nei confronti di quanti, anche con la loro presenza fisica, hanno voluto confermare il loro dissenso verso un organismo che ha voluto giudicare un twitter satirico. Abbiamo manifestato perchè convinti che le libertà fondamentali iniziano ad essere messe in discussione quanto qualcuno confonde la satira con l’informazione e usa termini generalisti (“.. terminologie corrette e non equivocabili” ) per sanzionare un giornalista.
Ma non solo quando un Consiglio dell’ordine dei giornalisti dichiara che una manifestazione di solidarietà verso Cristiana rappresenta “..una inopportuna pressione ed un tentativo di condizionamento di una decisione che ancora doveva essere presa” significa veramente che questi signori risultano alquanto allergici verso quanti esercitano un diritto Costituzionali (articolo 21 ) come quello di manifestare il loro pensiero, (in piazza i su twitter) che può non essere condiviso ma non censurato.
Per questo resto convinto, e dopo il verdetto di ieri, ne sono certo che Cristiana Chiarani è stata punita con “l’avvertimento” per aver avuto il coraggio di esprimere sul suo twitter personale un pensiero condiviso da milioni di cittadini ma non dal soldato Sallusti.
Infine rilevo anche il “codismo” di quanti davanti allo strillare del portavoce del Caimano hanno fatto un passo indietro o si sono attivati per sanzionare la SATIRA.
Ieri l’ordine dei giornalisti ha scritto una brutta pagina del giornalismo Trentino e forse sarebbe il caso di procedere alla sua abolizione affinché ogni persona sia responsabile dei suoi scritti davanti al giudice.
Per fortuna possiamo ancora contare su giornalisti, e sono ancora tanti, che come Cristiana fanno il loro lavoro con passione e senza nessuna forma di codismo.
Ezio Casagranda

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