8 Marzo contro il vento di odio

I dati ci parlano chiaro: nel nostro paese, le donne rappresentano il 42% della forza lavoro, ma

in barba all’articolo 37 della Costituzione italiana (“La donna lavoratrice ha gli stessi diritti ….che spettano al lavoratore”) il Global Gender Gap Report (pubblicato dal World Economic Forum a fine 2018) ci dice che il risultato nel mercato del lavoro è rimasto immutato e vede l’Italia collocarsi al 118° posto su 149 paesi.

In particolare, il reddito delle donne è pari a solo il 57% di quello degli uomini, mentre la partecipazione femminile al mercato del lavoro è il 74% di quella maschile.

Anche la percentuale di 30-34enni con un titolo di studio terziario è del 32,5% per le donne rispetto al 19,9% per gli uomini (Istat 2017) e le performance accademiche femminili sono migliori a parità di percorso di studi (Almalaurea 2017). Subito dopo la laurea, il divario si ribalta: solo il 59,2% delle donne neolaureate lavora contro il 64,8% per gli uomini (Istat 2017).

A questo si aggiunga che non è mai cessata la pratica delle dimissioni “in bianco”, del ricatto sessuale ai fini della carriera, della scarsa qualità dei contratti lavorativi attuali che non tutelano affatto il lavoro di moltissime, ma consegnano sempre più donne alla precarietà e a una ricattabilità sociale della donna sia dentro le case sia nei luoghi del lavoro.

Scioperare è sempre una grandissima sfida, perchè spesso ci scontriamo con il ricatto di un lavoro precario o di un permesso di soggiorno; altrettanto difficile è interrompere il lavoro informale, invisibile e non pagato che svolgiamo ogni giorno nel chiuso delle nostre case o quello mal retribuito, sottopagato rispetto al sesso maschile, nei servizi pubblici e nel privato.

Il diritto di sciopero subisce quotidiane restrizioni e siamo stufe/i dell’apartheid sindacale, dove sono le aziende a scegliere i propri interlocutori sindacali e non i lavoratori, come siamo stufe/i di subire accordi sottoscritti all’insaputa dei lavoratori e delle lavoratrici; particolarmente ora che vediamo soffiare un vento di odio e di lenta negazione dei diritti civili, sociali ed economici come il Decreto Sicurezza e la legge Salvini sull’immigrazione, o i mancati interventi radicali di prevenzione della violenza sulle donne e del femminicidio.

In questo imbarbarimento generale infatti, ancora una volta le donne pagano il prezzo più alto .

Aderendo all’appello di NUDM per la giornata mondiale dell’8 Marzo

USB proclama lo sciopero e scende in piazza per ricostruire con tutte le lavoratrici ed i lavoratori quell’unità di lotta che contrasti in ogni luogo lo sfruttamento, rivendicando un reddito di autodeterminazione, un salario minimo europeo e un welfare universale, garantito e accessibile.

USB proclama lo sciopero e scende in piazza per “fermare il mondo”- per negare radicalmente ogni naturalità alla violenza e a tutte le forme di sfruttamento. Contro la divisione sessuale e razzista del mondo ed in particolare del mondo del lavoro.

Lavoro qui inteso come garanzia di uguaglianza e di Libertà e Libertà intesa come possibilità di realizzarsi… per tutti: uomini e donne, di qualunque parte del mondo, di qualunque etnia e di qualunque credo.

Questa è l’unica garanzia su cui costruire sviluppo sociale, economico, etico ed affettivo.

SCIOPERO NAZIONALE di tutti i settori per l’intera giornata

MANIFESTAZIONE A TRENTO

ritrovo ORE 16,30 in via Verdi a Trento (davanti a Sociologia).

USB – 8 Marzo 2019

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