1°magio 2013: Sindacato e padroni ….

Risulta assai complicato comprendere la partecipazione di rappresentanti di Confindustria assieme a quelli dei lavoratori durante la celebrazione della giornata del primo maggio in alcune piazze italiane.
La festa dei lavoratori appartiene solo a chi crea valore e non a chi guadagna sulle loro fatiche.
La crisi economica è stata causata da un modo di produzione che non bada al soddisfacimento dei bisogni della collettività ma che fa dell’appropriazione privata del valore prodotto dalla manodopera durante ciascuna giornata lavorativa il proprio gruzzolo, che poi investe per accrescere il proprio profitto senza mai pensare agli effetti che comporta la sovrapproduzione.
La crisi da sovrapproduzione si era manifestata già negli anni ’70 ma il passaggio degli investimenti dalla forma di capitalismo di produzione a quella di capitalismo finanziario ne ha posticipato gli effetti. Il capitalismo è nella sua fase terminale perché non riesce più a sviluppare la produzione ma ha la possibilità di riprendersi attraverso due soluzioni: capitolazione della classe lavoratrice attraverso continui sacrifici o guerra imperialista per registrare nuovi rapporti di forza fra paesi.
A queste soluzioni va contrapposto un movimento di massa internazionalista dei lavoratori e dei giovani per un nuovo modo di produzione gestito coscientemente e collettivamente dal basso.
Come organizzare un movimento di massa? Attraverso una direzione che non si comprometta con un sistema economico marcio. La rielezione di Napolitano e la formazione del governissimo Pd-Pdl hanno dimostrato chiaramente che il riformismo non è altro che una delle facce della borghesia.
Come in Grecia ed in Spagna, anche in Italia abbiamo bisogno di un partito e di un sindacato di classe, che sappiano organizzare ed indirizzare correttamente e unitamente i lavoratori ed i giovani per cambiare veramente e senza disperdere in mille rivoli la loro forza. Le forme di organizzazione tradizionale in partiti e in sindacati non sono uno strumento vecchio e inadeguato: solo le loro direzioni che spesso non sono all’altezza e che spesso arrivano ad avere paura perfino della forza dei loro rappresentati e che quindi si rifugiano sotto l’ala “rassicurante” del riformismo, che cerca di depotenziare e deviare la voglia di cambiamento giustificata che anche in Italia si fa sentire.

Mirko Sighel

Segretario circolo Vallagarina del Partito della Rifondazione comunista

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